“Stavo giocando a calcio quando improvvisamente un boato di un mortaio sconvolto la partita… ”, Ibrahim, 27 anni di Dara’a, Siria
Ibrahim è un ragazzo di 27 anni di Dara'a, in Siria.
“Stavo giocando a calcio in strada con i miei amici del vicinato, quando improvvisamente il boato di un mortaio ha sconvolto il gioco e le nostre vite. Era il 16 marzo 2014.
Due dei miei amici sono morti sul colpo e sei di noi sono stati feriti gravemente. Ero intorpidito dal dolore lancinante e sono stato subito portato al pronto soccorso, dove mi hanno rimosso un rene e mi hanno amputato la mia gamba destra. Le ferite erano così gravi che nell’anno e mezzo successivo ho dovuto subire 41 operazioni. Ero completamente distrutto.
La ricostruzione della gamba è avvenuta in diversi momenti; all’inizio hanno dovuto ricollegare le arterie prendendo del tessuto dalla mia gamba sinistra; poi hanno dovuto creare un'estremità che potesse, un giorno, facilitare il raccordo con la gamba artificiale.
La mia vita è cambiata per sempre: quando ero in Siria ho vissuto felicemente con la mia famiglia e ho lavorato con gli altri miei cinque fratelli nell’attività di famiglia; installavamo pavimenti e il lavoro andava molto bene. Mi mancano. Ora siamo lontani, un mio fratello è riuscito ad andare in Germania, uno in Qatar, uno è morto. Solo uno è rimasto qui a Irbid. Ho anche 6 sorelle, una abita ancora in Siria, una è andata in America e le altre quattro sono tutte sparpagliate per la Giordania. Posso ritenermi felice di essere vivo, ma ci vorrà tempo per ricostruire la mia vita.
Sogno che la Siria venga liberata e di poter tornare a casa mia e ricostruire la mia attività professionale. Spero che il mio sogno si realizzi.”